"Il nostro futuro e' la resistenza intervista ad Ahmad Yassin, leader spirituale di Hamas"

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Siamo oggi testimoni di una nuova leadership per il popolo palestinese, a nome Abu Mazen. Noi, in occidente, che non siamo familiari con questa figura, come dobbiamo considerarlo? Leader legittimo dei palestinesi o un altro "yes-man"?

Non vedo in Abu Mazen una nuova leadership, piuttosto una leadership aggiunta a quella vecchia, dal momento che lui e' un membro della commissione esecutiva dell'OLP e, se non lo conoscete bene, vi diro' che Abu Mazen e' l'architetto degli accordi di Oslo. In effetti, il popolo palestinese non aveva bisogno di un primo ministro, queste sono velleita' americane ed israeliane. Il popolo palestinese aveva, ed ha, bisogno di liberare la sua terra ed il suo paese e far terminare l'occupazione e l'assedio.

Cosa accadra' alla resistenza palestinese se la Siria, sotto pressione americana, bandisse la rappresentanza di Hamas dal suolo siriano?

Non accadrebbe nulla, poiche' la rappresentanza di Hamas in Siria e' solo politica. La resistenza avviene qui, sul suolo palestinese. Non e' di fondamentale importanza, per noi, avere o meno rappresentanza politica in altri paesi.

Cosa direbbe agli scolari e studiosi islamici che ritengono "haram" (religiosamente proibite ed illecite) le azioni dei kamikaze e chiedono la fine della resistenza armata dei palestinesi, poiche' essa accrescerebbe le loro sofferenze?

Non li considero studiosi islamici poiche' essi lavorano nell'interesse dei nemici dell'Islam. Le operazioni di martirio sono unanimamente definite un mezzo di resistenza dai piu' fidati studiosi islamici e ne abbiamo diversi esempi nella storia dell'Islam.
La resistenza armata e' un diritto all'auto-difesa, e questo diritto e' legittimo in tutte le leggi religiose e secolari del mondo. Vi sono persone che lavorano, nell'ombra, per gli interessi americani e sionisti, i quali vorrebbero che i palestinesi si arrendessero all'occupazione ed alzassero bandiera bianca di fronte all'oppressione, dimenticando, in questo modo, i diritti basilari dell'essere umano ed i principi della nostra fede.

Come vede le relazioni tra la resistenza islamica ed il nuovo governo di Abu Mazen, alla luce delle sue assicurazioni ad Israele ed all'America che mettera' fine alla violenza contro Israele? E' venuto in contatto con il nuovo Gabinetto, le hanno fatto qualche richiesta? Quale sara' la vostra posizione se il nuovo Gabinetto dovesse tentare di smantellare Hamas o di renderne impossibili le attivita'?

Noi cerchiamo sempre di mantenere il piu' possibile normali le nostre relazioni con l'Autorita' palestinese. Abbiamo gia' espresso ad Abu Mazen il nostro parere circa il disarmo dei gruppi della resistenza, dichiarandogli che la violenza e l'oppressione devono cessare dalla parte di Israele, poiche' il popolo palestinese si difende, semplicemente.
Ci chiedono di mettere fine alla resistenza per un periodo di calma che possa estendersi ad un anno o piu'. Noi consideriamo questa richiesta una resa incondizionata e disonorevole al nemico, dal momento che Sharon potra' dire al suo popolo di aver raggiunto sicurezza e tranquillita' per Israele senza aver pagato nulla in termini di fine dell'occupazione. Ogni tentativo di smantellare Hamas o qualsiasi altro gruupo della resistenza, fallira' poiche' e' il popolo stesso a proteggere i combattenti della liberta' che si sono assunti l'onere di opporsi all'oppressione israeliana. E' l'esercito di occupazione che dovrebbe essere disarmato, non chi si difende. La cospirazione internazionale contro la Palestina ed il suo popolo, iniziata prima del 1948, alla fine fallira'.

Hamas gettera' via le armi se sara' creato uno stato indipendente di Palestina? Rinuncerete alla vostra aspirazione alla Palestina storica e riconoscerete Israele come stato sovrano, seppur creato su terra palestinese?

Siamo pronti a gettare le armi non appena la nostra terra ed i nostri luoghi sacri saranno liberi e sara' dichiarato lo stato di Palestina libero ed indipendente.Dopo la liberazione, non ci sara' piu' bisogno di armi, e noi saremo i primi a gettarle.

Ma le chiedo: come puo' un palestinese dispossessato riconoscere lo stato che lo ha spossessato e che continua ad occupare le sue terre e le sue case? E le chiedo ancora: se nel 1948 la Palestina e' stata presa con la forza, ed i suoi abitanti dispossessati, e da allora sono passati 55 anni, cio' significa che essa e' divenuta di proprieta' di stranieri venuti dall'estero? Israele reclama tutta la nostra terra per se' e, al contempo, dichiara che gli ebrei se ne sono allontanati 2000 anni fa. Forse che 2000 anni sono meno che 55?

Cosa dice a coloro che accusano Hamas di uccidere donne e bambini israeliani?

Li invito a guardare con i loro occhi e ad ascoltare con i loro orecchi. Perche' non vengono a vedere cosa accade in Palestina? Perche' non fanno la stessa accusa ad Israele che uccide un numero incommensurabilmente piu' grande di donne e bambini palestinesi? Non leggono le statistiche, secondo cui per ogni israeliano ucciso, ce ne sono quasi quattro palestinesi?
Noi non attacchiamo donne e bambini, attacchiamo militari armati, sia in abiti civili che militari.
La cosa importante, insieme a cercare di colpire sempre i militari, e' determinare chi sia l'aggressore: sono io, espluso dalla mia terra con la forza, privato della mia casa, o chi uccide i miei figli, la mia famiglia e si appropria di tutto cio' che e' mio? Determinato cio', molte cose potranno apparire piu' chiare. Voglio sottolieare pero' che mai, in nessun momento della sua storia, Hamas ha condotto azioni al di fuori del perimetro della Palestina storica.

Secondo lei Hamas ha fatto tutti gli sforzi per evitare l'uccisione di bambini nelle operazioni condotte sinora?

Certamente. I bambini, i vecchi e le donne non sono mai l'obiettivo delle nostre operazioni. Il martire cerca sempre di attaccare laddove vi sia una concentrazione di militari, anche in abiti civili. Questo e' il nostro primo ed ultimo obiettivo: i militari, i coloni e gli ufficiali dell'intelligence. I bambini colpiti sono stati vittime di errori, tenendo presente le difficilissime condizioni in cui operano i nostri militanti, costretti ad andare alla cieca. I bambini non possono mai essere un nostro obiettivo. I bambini palestinesi, invece, sono vittime della violenza deliberata di carriarmati, aerei da guerra e coloni fanatici. Le statistiche non mentono.

Dopo aver sperimentato la brutale oppressione dei musulmani e dei cristiani in Palestina, crede che l'invasione e l'occupazione dell'Iraq da parte dell'America rafforzera' o indebolira' la resistenza in Palestina ed altrove nell'area?

Credo che l'occupazione dell'Iraq dara' al popolo palestinese forza ulteriore per difendersi e sacrificarsi per la liberazione e per evacuare gli occupanti dai loro insediamenti. Ci sono molti paesi che cooperano con gli USA per mantenere i loro interessi e le loro posizioni. Ma la vittoria finale e' sempre dalla parte di chi difende la sua terra, di coloro che lottano con onesta' e che non si arrendono nonostante lo squilibrio delle forze, poiche' la vittoria viene dalla fede, da Dio.

La resistenza ritiene che il suo sacrificio portera', presto o tardi, al collasso di Israele. Per questo essa ritiene che l'AP abbia profondamente sbagliato a trattare con l'aggressore israeliano, il che ha voluto dire arrendersi ad esso. Anche molti palestinesi ritengono che le mosse di Israele (l'elezione di Abu Mazen, le richieste di "azione" contro i gruppi della resistenza, la roadmap) non siano altro che tentativi di indebolire ulteriormente i palestinesi. Qual'e' il suo commento?

L'Ap ha scelto il negoziato come unica opzione ed e' entrata in un tunnel buio che e' terminato, come si puo' vedere, col fallimento ed il ritiro di fronte al nemico. Bisogna ricordare che la roadmap e' stata tracciata da israeliani e sionisti-americani ed e' stata fatta a causa delle dure condizioni che Israele si trova a dover affrontare, con l'economia a pezzi ed il commercio ed il turismo completamente collassati.
Recentemente, un ricercatore israeliano ha pubblicato un articolo in cui diceva che, se Israele dovesse continuare cosi' per altri 10 anni, collasserebbe. Molti israeliani hanno cominciato a lasciare la Palestina per trasferirsi altrove. A causa di cio', Israele vuole che la resistenza termini, come fece nel 1993 con gli accordi di Oslo, che si rivelarono una tragica beffa.
Oggi, dopo l'occupazione americana dell'Iraq, Israele vuole cambiare anche la roadmap, per poter avere ancora di piu'. Tra l'altro, vuole omettere il diritto al ritorno dei profughi.

Credo che le operazioni di martirio abbiano scosso Israele dalle fondamenta. Il comandante delle forze aeree israeliane Eli Peled, morto qualche mese fa, disse ai suoi figli di suonare il campanello di casa quando sarebbe morto e dire: "Qui giace un pazzo ebreo che credeva che gli ebrei potessero creare un paese ed aveva torto". Cio' indica una disperazione nella sopravvivenza di un paese sulla nostra terra, ed era un comandante delle forze aeree!

Quale sara' la posizione politica di Hamas qualora Abu Mazen dovesse cercare di annientare la resistenza con tutti i mezzi a sua disposizione, sottili o aperti. E ancora: fin dove puo' arrivare l'Ap nelle sue concessioni prima che Hamas gli si rivolti contro?

Posso innanzitutto assicurare che la posizione politica di Hamas e' solida perche' deriva da un'ideologia e, dunque, non muta con il vento. Credo che il popolo palestinese da solo basti per proteggere la resistenza. Certo, gli israeliani ed i loro alleati mirano a trasformare il conflitto in corso in una guerra civile tra palestinesi.
Non e' strano che l'Ap sia pronta a rinegoziare ogni volta, dal momento che questa e' l'unica opzione scelta, come per noi la resistenza e' l'unica opzione poiche' i negoziati, alla luce dello squilibrio delle forze in campo, saranno a favore del piu' forte. Dunque, per poter contare in un negoziato dobbiamo continuare la resistenza fino alla liberazione della nostra terra.

Come vede una realistica forma futura di Palestina ed i suoi rapporti con Israele?

Prima di tutto, c'e' una confusione nei termini. Israele e' stato creato su terra palestinese. La relazione tra Palestina ed Israele e' quella di una colonizzazione/occupazione. C'e' inoltre una falsificazione nel rimpicciolimento della Palestina dal fiume al mare e da Ras al Nakura ad alNaqab, alla sola Cisgiordania e Gaza, mentre la terra rubata non e' considerata Palestina. Ma l'avidita' di terra del sionismo non riguarda la sola Palestina, poiche' esso mira ad espandersi dal Nilo all'Eufrate. La sopravvivenza sara' solo di coloro che conserveranno il loro diritto, e che faranno svanire come neve la forza del nemico.

Qual'e' l'effetto delle operazioni kamikaze sui vostri obiettivi? Molti, in occidente, hanno l'impressione che esse abbiano l'effetto di rendere Israele piu' brutale e piu' determinato a schiacciare i palestinesi ed inoltre alienano alla causa palestinese il supporto internazionale. In parole povere, i costi sembrano piu' alti dei benefici. Cosa risponde a queste critiche?

Il popolo palestinese non possiede F-16, elicotteri Apache e neppure un carroarmato. Possediamo semplici fucili. Ecco perche' i nostri uccisi, bambini, vecchi e donne, per mano delle forze israeliane - il terrorismo di stato organizzato - sono cinque volte piu' numerosi dei loro.
Abbiamo chiesto mille volte alla comunita' internazionale di intervenire contro l'occupazione illegale israeliana e la sua violenta colonizzazione, di fermare le aggressioni contro il popolo palestinese. La distruzione delle case e dei raccolti prosegue dinanzi agli occhi del mondo, quotidianamente. Per questo, noi abbiamo tutto il diritto di difenderci con tutti i mezzi che abbiamo, proprio come Israele aggredisce con tutti i suoi mezzi, quelli che i suoi alleati gli mettono a disposizione.

Perche' Israele non ferma i tanks e comincia a combattere con noi alla pari, con vecchi fucili? Invece di chiedere ai palestinesi di smetterla di difendersi, bisognerebbe intervenire affinche' l'aggressore occupante termini l'occupazione ed i massacri. Allora non ci sara' piu' bisogno di operazioni di martirio e di resistenza.

Quale messaggio vorrebbe inviare ai fratelli iracheni? Gli arabi ritengono che sia giunta l'ora di cominciare la terza intifada. Non in Palestina, questa volta, ma in Iraq, poiche' non vi sono differenze, allo stato attuale, tra palestinesi ed iracheni.

Ha ragione. Gli USA sono divenuti arroganti a causa delle armi e della tecnologia che possiedono. Per questo, usano il mondo come piu' gli aggrada, cambiano l'ideologia dei popoli, le loro abitudini e la loro etica per imporre i loro "valori" a spese dell'Islam.

A meno che gli iracheni non si ribellino, l'occupazione durera' molto a lungo, produrra' agenti stranieri che governeranno il paese, cambieranno persino i curruculum scolastici e deprederanno le risorse naturali irachene, per regalarle agli USA ed a Israele. L'Iraq diverra' una riserva americana, governata indirettamente, ma effettivamente, dagli USA.

 

Traduzione a cura di www.arabcomint.com
dal filo diretto con la stampa occidentale di IslamOnline
Segnalato da Arab.it in data 24 Maggio, 2003

 
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