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Questa rassegna ha lo scopo di fornire un punto di partenza per quanti desiderano approfondire o ampliare le proprie conoscenze sull'Islam.

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Lo storico conflitto tra Islam e modernità
di TAHAR BEN JELLOUN
da La Repubblica 14 luglio 1999

 

A PARTIRE dalla metà del XIX secolo l' Islam ha sentito il richiamo della modernità, un impulso a cercare una conciliazione fra teologia e filosofia. Il primo a promuovere questa unione, in cui furono introdotti il dubbio e la razionalità, fu un persiano, un filosofo nato a Asabadâb nel 1839. Il suo nome è Gamal Ad-dine Al Afghrani (la sua famiglia era originaria dell'Afghanistan). Egli viaggiò molto, in India, in Asia e in Europa e cercò di avvicinare la religione musulmana al pensiero modernista, insistendo sull'aspetto temporale dell'Islam, visto come una morale e un' etica per il cittadino. Gamal Ad-dine ebbe un grande discepolo: l'egiziano Mohamed Abduh, nato nel 1849.

INSIEME fecero un viaggio a Parigi nel 1884, dove ebbero appassionanti dibattiti con Ernest Renan e altri filosofi. Il loro obiettivo era di dimostrare che l' Islam non è "allergico" né allo spirito scientifico né alla democrazia.

Dopo la rivoluzione iraniana di Khomeini, il mondo musulmano sunnita moderato è stato scioccato dalle interpretazioni eccessivamente rigorose dell'Islam e ha sentito la necessità di prendere le distanze da un pensiero e da una pratica che legittimavano il fanatismo, l'oscurantismo e un modo quasi anti-islamico di trattare le donne.

A un certo momento, l'Iran è apparso come il leader di un rifiorire dell'Islam, un Islam politico che si fa promotore della rivincita dell'oppresso contro l' oppressore. In quel caso si trattava di liberarsi del regime dello scià e dei paesi occidentali che lo appoggiavano. Era una guerra politica fatta in nome di una "purificazione" delle mentalità. Fu così che il fondamentalismo, vale a dire un ritorno ai fondamenti dell'Islam, assunse un forte rilievo e diede inizio a una fase di arretratezza le cui vittime furono le donne e le libertà dell' individuo. E si è puntato a scatenare una guerra tra l'Occidente giudeo-cristiano e l'Islam parlando di scontri tra civiltà.

Le manifestazioni straordinarie che oggi si stanno svolgendo in Iran sembrano voler rompere con il retaggio avvelenato di quella dittatura che ha cercato di allontanare il paese da ogni possibile modernità e che si è, ancora più recisamente, rifiutata di riconoscere l'apporto sostanziale del filosofo persiano Gamal Ad-dine. Sembra un tentativo di rettificare il corso della rivoluzione e di riagganciarsi al modernismo di quell'antenato dal pensiero illuminato, eccellente musulmano e uomo aperto alle altre filosofie e alle altre culture. Forse i manifestanti di oggi non sono consapevoli di questa evoluzione verso la modernità, forse non hanno neppure studiato o letto i libri di Gamal Ad- dine o quelli di Mohamed Abduh. Ma la loro rabbia e la loro determinazione sono dettate dalla volontà di entrare nel nuovo millennio come uno stato moderno, vale a dire uno stato in cui l'individuo è riconosciuto e rispettato, uno stato dove la religione sarebbe una questione di cultura e non un'ideologia totalitaria e repressiva. Ci stiamo avviando verso una separazione della religione dalla politica, cosa che la modernità esige. Sarà una tappa futura.

Se l'Iran si muove, significa che tutto il sistema del fondamentalismo omicida vacillerà: in Algeria, anche se si continua a uccidere, non lo si fa già più in nome dell'Islam, e in Sudan, in Egitto, gli integralismi si vedranno abbandonati dalla loro fonte di ispirazione. Inoltre, se Israele e la Siria firmano l' accordo di pace, i commandos sciiti, molto vicini al regime iraniano, si ritroveranno in "cassa integrazione". Il riavvicinamento con i musulmani sunniti è anche un segnale di allontanamento dall'integralismo. Restano i talebani dell'Afghanistan. Quelli sfuggono a qualsiasi logica e a ogni esigenza del mondo civilizzato.

L'Islam di Gamal Ad-dine e di Mohamed Abduh sta tornando e annuncia il suo desiderio di entrare nel XXI secolo ricordando i suoi principi: la superiorità dell' Islam risiede nella sua fede nella ragione. Ecco che cosa scrisse Gamal Ad-dine: "Questa religione prescrive ai suoi adepti di ricercare una base dimostrativa per i principi di fede. Si rivolge sempre alla ragione e fonda i suoi precetti su di essa. I suoi testi affermano chiaramente che la felicità umana è frutto della ragione e che miseria e perdizione sono la conseguenza dell'ignoranza...". Ora sappiamo che gli integralismi sono l'espressione di una profonda ignoranza. L'Iran di oggi vorrebbe chiudere con quell'epoca in cui la parola di Khomeini era assoluta, indiscutibile e di conseguenza irrazionale. Qualsiasi sviluppo abbiano quelle manifestazioni, il popolo iraniano si sta incamminando verso un'altra rivoluzione, quella della modernità. E non è un caso se le donne sono all'avanguardia di questa volontà di cambiamento.

(Traduzione di Elda Volterrani)


Speciale strage americana.
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