Algebra e Aritmetica nel Medioevo islamico
di Clara Silvia Roero*
 

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Ricercate la scienza, anche se per questo doveste andare fino in Cina.
Profeta Muhammad, Hadith

Con l'espansione della dominazione araba, fra il VII e il XII secolo, i paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo assumono una posizione di grande rilievo non solo dal punto di vista politico, economico e commerciale, ma anche culturale, come principale ponte di trasmissione del sapere teorico e pratico delle civiltà antiche: greca, indiana, babilonese e perfino cinese.

Nuove piante e nuovi prodotti, frutto di elaborate tecniche di lavorazione, vengono introdotti in occidente dagli arabi: il cotone, l'arancio, il limone, l'albicocco, il banano, il carciofo, l'asparago, gli spinaci, il cuoio lavorato, i tessuti preziosi, il vetro e i metalli forgiati, l'avorio e il legno intarsiati e si diffonde il processo di fabbricazione della carta con il lino e la canapa. Tramite gli arabi penetra in Occidente nel secolo XI anche l'ago magnetico di origine cinese e l'uso della vela "latina" triangolare che permette di navigare contro vento, adottata nel Mediterraneo nel XV secolo.

Nell'ambito degli studi scientifici e in particolare del pensiero matematico si assiste al fecondo connubio fra la matematica orientale, indiana e babilonese, e quella occidentale, greco-ellenistica. Dalla prima derivano le conoscenze di aritmetica e di astronomia, il sistema di numerazione posizionale e l'introduzione dello zero, mentre dalla seconda le trattazioni sulla geometria piana e solida, sulle coniche e sui fondamenti logici e filosofici delle scienze. Dopo un primo periodo nel quale predominano i saperi giunti dall'esterno, assimilati gradualmente grazie alle traduzioni, si passa all'elaborazione originale delle conoscenze acquisite nei settori più vari della scienza: dall'aritmetica all'algebra, dalla geometria all'astronomia, dall'ottica alla meccanica, alla medicina, all'ingegneria, all'agricoltura, alla geografia. Per merito delle traduzioni effettuate nei paesi islamici dei testi greci e indiani, poi reiterate dall'arabo al latino nella Spagna dei mori, e grazie ai contributi originali degli studiosi musulmani alla scienza, un ricchissimo patrimonio di manoscritti greci e arabi raggiungerà nel Medioevo l'occidente latino e creerà fra il X e il XIII secolo quel travaso di conoscenze e quel substrato culturale che permetterà la ripresa delle attività intellettuali e la rinascita del sapere scientifico, dopo i secoli bui conseguenti alla caduta nel 476 dell'impero romano d'occidente e alle invasioni barbariche. Soprattutto nel campo dell'algebra e dell'aritmetica i semi gettati dagli arabi, e trasmessi in Italia dalle opere di Leonardo Fibonacci Pisano, uno dei più acuti interpreti del loro sapere scientifico, daranno i frutti più copiosi, con la scoperta nel Rinascimento della soluzione delle equazioni di terzo e quarto grado. Noi ci soffermeremo principalmente su questi settori, cercando di delineare le tappe salienti e il ponte culturale attraverso il Mediterraneo costruito dalla civiltà araba.

*Clara Silvia Roero
nata ad Alba (CN) il 14 giugno 1952, si è laureata in Matematica con lode all'Università di Torino nel 1975 con una tesi di Storia delle matematiche sui Paradossi di Zenone di Elea.
È stata borsista CNR in Italia e all'estero e borsista Nato Senior, ricercatore all'Università di Torino (1981-87). Nel 1986 ha vinto il concorso nazionale per professore associato di Matematiche complementari all’Università di Cagliari, dove ha insegnato dal 1987 al 1990. Dal 1990 ha ottenuto il trasferimento all’Università di Torino, dove attualmente è professore ordinario di Storia delle Matematiche presso il Dipartimento di Matematica Giuseppe Peano.
Membro dell’Académie International d’Histoire des Science, fa parte dei Comitati scientifici di varie riviste nazionali e internazionali (Bollettino di Storia delle Scienze Matematiche, Revue d’Histoire de Mathématiques, Lettera Matematica Pristem, Il Maurolico) e di Edizioni critiche nazionali e internazionali (Comitato svizzero per le opere dei matematici e fisici della famiglia Bernoulli, delle opere di Maria Gaetana Agnesi, di R.G. Boscovich).
È stata presidente della Società Italiana di Storia delle Matematiche dal 2000 al 2008 e ora fa parte del suo direttivo. È inoltre membro del Centro per la Storia dell’Università di Torino, dell’Associazione Subalpina Mathesis, del comitato scientifico del Museo Il Giardino di Archimede (Firenze).
È autrice di numerosi saggi e libri di storia della matematica che spaziano dall’antichità al Rinascimento, dal periodo Barocco all’Illuminismo, dall’Ottocento al Novecento.
Si è occupata in particolare della matematica egizia e greca, della scienza araba, di matematici che hanno vissuto in Piemonte, come Gianbattista Benedetti, Guarino Guarini, Giambattista Beccaria, Joseph Louis Lagrange. Ha scritto articoli e libri sulla storia del calcolo infinitesimale, sull’evoluzione storica del calcolo delle probabilità nel Seicento e Settecento, sulla Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali dal 1848 al 1998, sulle donne scienziate in Piemonte (1840-1960) e sull’opera del matematico Giuseppe Peano (1858-1932) e della sua Scuola

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