Un
cacciatore aveva sposato una donna che non poteva avere figli, decise allora
di sposarne una seconda che gli diede due gemelli. Purtroppo la donna morì
e la prima moglie, molto invidiosa dei due bambini cercava ogni pretesto
per sbarazzarsene. Un giorno il cacciatore ritornò dalla caccia con
due pernici, la moglie disse che non erano sufficienti per sfamare tutta
la famiglia e convinse il marito ad abbandonare i figli nel bosco. L’uomo
insieme ai figli, lasciò anche una mucca e raccomandò loro
di sgozzarla non appena fosse diventata bella grossa.
I due fratelli si nutrirono con il latte della mucca, crescendo così
sani e robusti, ma la mucca non ingrassava e essi decisero di chiedere consiglio
ad un corvo. Il corvo li pregò di piangere nella cavità dove
stavano i suoi piccoli per poterli far bagnare e per ringraziarli avrebbe
dato loro l’opportunità di sgozzare la mucca. Volò fino
al macello, con il becco prese un po’ di grasso e lo spalmò
intorno alle narici della mucca. Quando i due fratelli videro questo grasso,
sgozzarono la mucca, la scuoiarono e divisero la carne in quattro parti.
Attirato dall’odore del sangue fresco, si fece avanti un leone e pretese
la sua parte. I due fratelli gli lanciarono la testa, ma il leone pretendeva
di più, gli lanciarono una parte, ma il leone non si accontentò
e furono costretti a lanciargli l’intera mucca. Il leone non era ancora
sazio e ormai rimanevano solo i due fratelli. “Scannatevi” disse
il leone “il più forte mi getterà il perdente”.
I due lottarono a lungo, ma nessuno vinse, ambedue caddero esausti ai piedi
del leone. Questi li infilò nella pelle della mucca e li abbandono
lungo la strada che portava al mercato.
Passò un cammello, sentì gridare i due fratelli e chiese loro
che li avesse chiusi lì dentro. “Il leone“ risposero
i due fratelli. “Il leone è troppo forte, non posso liberarvi”
replicò il cammello e tirò innanzi.
Passò un mulo, stessa domanda, stessa risposta, anche lui si rifiutò
di aiutarli. Cosi pure un asino. Solo un riccio che cavalcava una gallina
non ebbe esitazioni e sfoderata la sciabola squarciò la pelle di
mucca restituendo la libertà ai due fratelli. Quando il leone ritornò
e trovò la pelle vuota chiese a tutti gli animali chi fosse stato
a liberarli. Tutti negarono, tranne il riccio che con orgoglio ammise di
averlo fatto. Il leone lo sfidò. Raccolse attorno a sé tutti
i grandi animali e li dispose uniti per la battaglia. Anche il riccio riunì
tutti i piccoli insetti che pungono: api, vespe, zanzare, ma non li mostrò. Quando iniziò la battaglia, i grossi animali punti da sciami di insetti, fuggirono e il leone fu il primo a rientrare nel suo covo. Il riccio lo inseguì, prese una piuma della gallina che cavalcava e la piantò davanti alla tana del leone.
Ogni volta che il leone guardava fuori, vedendo la piuma, pensava che il riccio fosse ancora lì e non uscì più fino a morire di fame.