La vicenda delle vignette satiriche pubblicate sul quotidiano danese di Copenaghen Jyllands Posten, con le caricature di Maometto, come è facile immaginare, ha riempito le cronache degli ultimi giorni.
Nella polvere: il premier danese Anders Fogh Rasmussen e il giornalista Flemming Rose
La maggior parte degli organi di informazione racconta la storia e ovviamente chiede il parere sulla vicenda ai soliti cosiddetti notabili che come in un ritornello premettono che le reazioni degli islamici sono "INACCETTABILI" e manifestano la loro solidarietà ai due protagonisti di questa vicenda, il premier danese Anders Fogh Rasmussen e il giornalista Flemming Rose.
Non vale, ovviamente, né può essere considerato motivo di attenuante alla colpa di aver insultato pubblicamente il Profeta dei mussulmani, il fatto che viene riferito, secondo cui le violenze e le proteste sarebbero strumentali e orchestrate da chi soffia sul fuoco dell'intolleranza.
In primo luogo perché la nostra cultura di occidentali non ci consente di calarci in una realtà religiosa che non ci appartiene e della quale quindi non possiamo cogliere le sensibilità.
Secondo perché anche prendendo per buone le spiegazioni di violenze strumentali, non si vede perché ci si debba comportare in modo tale da alimentare tali opportunità di violenza.
Personalmente, per quello che può valere, dichiaro la mia sentita e convinta critica sia al giornalista che al politico.
Dico subito che si tratta di una storia, divenuta ormai tragica per i suoi esiti, non valutata correttamente nel momento della suo prologo e tantomeno quando ha cominciato a spiegare i primi effetti con la reiterata richiesta di scuse che il premier danese Anders Fogh Rasmussen ha negato con protervia degna di miglior causa.
Dico anche subito che le mie considerazioni sono il frutto e la conseguenza di notizie apparse sulla stampa che prendo per buone.
La storia è semplice e si può così riassumere:
Flemming Rose, giornalista notissimo ha scritto e pubblicato, circa quattro mesi orsono, un articolo per focalizzare, come egli stesso ha spiegato qualche giorno fa, "il rapporto tra libertà di espressione e religione e delle relazioni tra le comunità a Copenaghen". Per fare ciò, ha commissionato ad alcuni disegnatori una serie di vignette chiedendo di "raffigurare la loro idea di Maometto".
Le vignette furono realizzate e Rose scrisse l'articolo a corredo del quale inserì le vignette stesse.
Per capire il motivo della mia critica che si rivolge come detto sia al premier danese che al giornalista basterà leggere le dichiarazioni alla stampa che sia il primo che il secondo hanno fatto.
(Flemming Rose: Intervista a Stefano Montefiori, Corriere della sera)
Domanda: Ora che la violenza dilaga, non si pente di avere commissionato quelle vignette?
Risposta: "No, non mi sento responsabile.
Mi dispiace enormemente per quello che sta accadendo nel mondo, è una tragedia. Ma chi protesta in modo violento non ha alcuna idea di quello che abbiamo pubblicato e perché lo abbiamo fatto, del rapporto tra libertà di espressione e religione, delle relazioni tra le comunità a Copenaghen.
Sono fanatici strumentalizzati dai predicatori di odio, che avrebbero trovato qualsiasi altro pretesto per incitare alla rivolta. Quei disegni, in Danimarca, hanno innescato un dibattito utilissimo, al quale hanno partecipato per quattro mesi molti cittadini musulmani che hanno liberamente e civilmente espresso le loro opinioni su radio, tv, giornali. Di questo non mi pento, anzi ne sono felice.
I fatti di Damasco e Beirut hanno poco a che vedere con me e il mio giornale. Sono fondati sulle bugie degli imam radicali".
L'intervista prosegue.
Domanda: Come le è venuta l'idea?
Risposta: "Nei primi giorni del settembre scorso, ho notato troppi casi di autocensura:
-- Kre Bluitgen, autore di un libro per bambini sulla vita di Maometto, non trovava illustratori;
--a Londra, la Tate Gallery ha scelto di non mostrare God is Great , un'opera di John Latham sui punti di contatto tra le religioni;
--il comico danese Frank Hvam ha detto che nei suoi sketch poteva forse dileggiare la Bibbia ma aveva paura di prendersela con il Corano;
--in tutta Europa non si trovavano traduttori di un libro di Ayan Hirsi Ali e chi lo faceva preferiva restare anonimo, ad esempio in Finlandia, per non fare la fine di Theo Van Gogh.
Questa seconda risposta a parere di chi scrive costituisce la vera motivazione della stesura dell'articolo e delle vignette che insultano Maometto, essa infatti smentisce la risposta alla prima domanda che a mio modo di vedere fornisce motivazioni di comodo e non rispondenti al vero e svela il vero motivo dell'articolo.
Ancora e sempre a mio parere il signor Rose, ha voluto dimostrare che era invece possibile scrivere di Islam e di Maometto infischiandosene dei motivi che avevano indotto alla prudenza i personaggi nelle circostanze (sopra sottolineate ed in grassetto) che secondo lui si erano "autocensurati"
L'intervista continua:
Domanda: È venuto fuori un arcigno signore con gli occhi cattivi, la barba, il naso adunco e una bomba in testa.
Risposta: "Io avevo domandato immagini, non satira.
I 12 disegnatori che hanno accettato hanno scelto le caricature perché è nella nostra tradizione.
Da secoli prendiamo in giro il governo, la famiglia reale, il Papa, i potenti, chiunque. Nessuno è intoccabile, neanche la comunità musulmana può esserlo.
L'intento non era affatto provocatorio: nel commento pubblicato accanto alle vignette, ho scritto che chiedere un trattamento speciale per gli islamici era incompatibile con la democrazia e la libertà di espressione.
Riconoscevo che i risultati del dileggio non sono sempre felici o belli da vedere, ma aggiungevo che l'importante adesso è frenare la corsa all'autocensura".
Se ve ne fosse bisogno, questa ulteriore risposta conferma e rafforza le mie considerazioni, infatti, prima dice di aver domandato immagini e non satira, (ancora sottolineato e in grassetto) quasi a voler dire che in effetti la cosa gli era sfuggita di mano e che la satira non era una sua finalità o intenzione, poi aggiunge che in Danimarca tutti possono essere PRESI IN GIRO (più di tanto cosa si vuole per avere certezza sulle motivazione dell'autore dell'articolo) e che nessuno è intoccabile.
Rose aggiunge anche falsamente ed ipocritamente che "L'intento non era affatto provocatorio". Alla fine, giusto come ciliegina sulla torta aggiunge che "l'importante adesso è frenare la corsa all'autocensura. Cioè a dire "Smettiamola di farci intimorire da costoro e guardate come si fa".
Quanto al premier danese Rasmussen, AG1 riferisce testualmente
il premier danese Anders Fogh Rasmussen ha tuttavia evitato di presentare ai credenti musulmani scuse ufficiali per l'accaduto: non e' possibile scusarsi, ha argomentato Rasmussen, in un Paese dove non esiste alcun controllo dello Stato sulla libera stampa.
"Un governo danese mai potra' presentare scuse per conto di un quotidiano libero e indipendente", ha puntualizzato il premier conversando con i giornalisti (AG1) E ancora "Ovviamente, per noi il principio della liberta' di espressione e' il piu' importante, e costituisce la nostra priorita' numero uno.
A questo proposito sarebbe interessante sapere se la sbandierata (a vanvera) libertà di espressione costituirebbe "la priorità numero uno" anche in caso di insulti violenti e volgari,non dico contro il Dio di un popolo, ma "solo" ad esempio, contro il Presidente degli Stati Uniti.
Sta di fatto però che le reazioni violente, che voglio anch'io sentitamente e sinceramente condannare, hanno a quanto pare indotto il signor Rasmussen, a mutare quasi radicalmente il suo atteggiamento.
Il Premier danese infatti ha dichiarato:
"Posso assicurarvi che il governo danese è molto preoccupato per quanto è successo; noi abbiamo avuto sempre una tradizione di collaborazione pacifica e un rapporto aperto con il mondo islamico e vorremmo che continuasse così".
Sono le parole pronunciate dal premier danese Anders Fogh Rasmussen, comparso ieri sera sugli schermi della televisione satellitare del Golfo Al Arabiya; al fine di attenuare la collera dei mussulmani offesi dalla pubblicazione di caricature di Maometto da parte di un quotidiano del suo paese.
"Personalmente sono addolorato dal fatto che molti mussulmani abbiano preso quelle vignette come un insulto al profeta Maometto - ha aggiunto - So che l'intenzione non era quella, il giornale del resto si è scusato (non si trova traccia di tali scuse, anzi l'intervista di Stefano Montefiori a Flemming Rose smentisce tale dichiarazione) e spero che il problema, su questa base, possa essere risolto", ha concluso. (Il Giornale)
Anders Fogh Rasmussen inoltre poche ore fa ha dichiarato che starebbe pensando di mandare nelle varie capitali dell'Islam, alcuni rappresentanti del proprio governo, per chiedere scusa e promettere che simili cose non accadranno mai più in Danimarca.
Non c'è che dire, proprio una bella figura.
Articolo ripubblicato da Arab.it in data 10 febbraio 2006 |