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pilastri ... finestra che guardava sul giardino. Dopo un po' arrivarono le schiave con la loro signora e insieme arrivarono gli schiavi, e fecero tutto ciò che aveva detto Shahzamàn e continuarono a sollazzarsi fino al pomeriggio. Quando il re Shahriyàr vide tutto questo, la ragione gli usci dal cervello e disse a suo fratello Shahzamàn: "A che ci serve più il regno, fratello mio? Partiamo, andiamocene raminghi sulla terra di Allah, adorando l'Onnipotente fino a che non troveremo qualcuno cui sia capitata una sventura simile alla nostra. E se non troveremo nessuno, la morte, in verità, sarà preferibile alla vita!". Cosi i due fratelli uscirono da una porta segreta del palazzo e viaggiarono giorno e notte, fino a che giunsero ad un albero, che stava in un prato, vicino a una sorgente di acqua dolce, non lontano dal mare salato. Si dissetarono e si sedettero per riposarsi. Erano lì da non molto quando, d'un tratto, il mare cominciò ad agitarsi, e ne uscì una colonna di fumo nero, alta fino al cielo, che si diresse verso il prato. A quella vista, i due fratelli si spaventarono e si arrampicarono in cima all'albero che era molto alto. Ed ecco che la colonna si trasformò in un demone alto e robusto, con le spalle solide, che portava sulla testa una cassa. Giunto a terra, si avvicinò all'albero sul quale stavano i due fratelli, depose la cassa, la aprì, e ne tirò fuori un grande cofano di cristallo di cui sollevò il coperchio. Ed ecco che dal cristallo uscì fuori una giovane bellissima, desiderabile, luminosa come il sole splendente. Dopo averla contemplata ben bene il demone disse: "Oh regina di tutte le bellezze, o te che ho rapito il giorno delle tue nozze, adesso credo proprio che mi schiaccerò un pisolino". E, appoggiato il capo sulle ginocchia della fanciulla, si addormentò di botto. Dopo un po' l'adolescente alzò la testa verso la cima dell'albero e vide i due nascosti tra il fogliame. Allora piano piano poggiò a terra la testa del demone, si -alzò in piedi e, spiegandosi con i gesti, disse loro: "Scendete, non abbiate paura di questo spiritaccio maligno". E quelli le risposero, sempre a gesti: "Per Allah, stiamo meglio quassù!". E quella rispose: "Per Allah, se non scendete subito lo sveglio e morirete fra atroci tormenti!". Allora i due fratelli ebbero paura e vennero giù, e non appena furono scesi la fanciulla disse loro: "Forza! Una bella dimenata, energica e ben fatta! Se no, sveglio questo spirito maligno!". Pieno di paura, Shahriyàr disse a Shahzamàn: "Fratello mio, tocca a te per primo fare quello che viene ordinato!", "Non sia mai detto ch'io faccia qualcosa senza che tu me ne dia l'esempio; sei tu il maggiore!”. E cominciarono a sollecitarsi l'un l'altro con cenni e strizzatine d'occhio. Allora la fanciulla disse: "Avete finito di strizzare gli occhi? Se non vi fate sotto e non mi accontentate, sveglio subito questo demone!". Allora, per paura del genio, essi fecero alla ragazza quello che lei aveva ordinato, e quando, ebbero finito ella disse: "Niente male!". Poi da un sacchetto tirò fuori una collana formata da cinquecentosettanta anelli a sigillo e disse: "Sapete che cos'è?" "No" risposero i due. E lei: "I proprietari di questi sigilli hanno fatto tutti all'amore con me sulle corna di questo demone. E adesso voi due datemi i vostri". Quelli si cavarono dal dito gli anelli e glieli diedero, e la ragazza continuò: "Sappiate che questo demone mi rapì la notte delle nozze, e il cofano lo mise in una cassa, che chiuse con sette lucchetti, e mi nascose in fondo al mare ruggente. Ma non sapeva che, quando una donna vuole qualche cosa, niente può fermarla". A queste parole i due fratelli si meravigliarono fino al limite della meraviglia e si dissero: "Se a costui che è un demone è capitata una disgrazia peggiore della nostra, abbiamo motivo di consolarci!". E allora, dopo aver salutato la fanciulla, confortati da questa esperienza, se ne tornarono ciascuno verso la sua città. ... continua...

 
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