Storia di una donna e dei suoi cinque corteggiatori
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pilastriMi è venuto in mente, o re felice, che c'era una volta, nel tempo andato, in una certa città, una donna, figlia di ricchi mercanti, la quale aveva un marito che era un gran viaggiatore. Ora accadde che una volta questo marito partì per visitare paesi lontani e la sua assenza si prolungò a tal punto che la moglie fu colta da grandissima noia, e non potendo più sopportare la sua solitudine, tanto più che era molto bella e nel fiore degli anni, accettò la corte di un giovanotto figlio di mercanti.
I due si amarono con tanta passione che da quel momento le giornate parvero alla donna non già lunghe ma brevissime e, poiché il giovane era instancabile nel dare quanto la donna era insaziabile nel prendere, così fra il dare e il prendere il tempo cominciò a scorrere molto lietamente e la donna smise di lagnarsi per la lunga assenza del marito viaggiatore.
Ora avvenne che un giorno questo giovanotto litigò con un uomo e lo picchiò e quest'uomo andò dal capo della polizia a sporgere denuncia, e il giovanotto venne preso e gettato in carcere.
Quando l'amante seppe che il giovanotto era stato chiuso in prigione, si disperò moltissimo e quasi perdette il senno, ma poi ci ripensò meglio; si vesti con gli abiti più belli e si recò a casa del capo della polizia. Lo salutò con un grazioso inchino e gli porse la seguente petizione scritta: " Colui che tu hai gettato in carcere è il Tal dei Tali mio fratello, il quale ha litigato con un certo Tizio; ma la cagione del litigio e il modo in cui si sono svolte le cose ti sono stati falsamente riferiti da testimoni non degni di fede. Perciò mio fratello è ora ingiustamente chiuso nelle tue carceri, e io sono rimasta sola e senza alcuno che provveda a me. Imploro quindi la tua clemenza affinché egli venga liberato. "
Quando il capo della polizia ebbe letto la supplica, osservò la donna, vide che era bella, e subito fu preso dal desiderio di possederla; perciò le disse: " Entra un momento nelle mie stanze, fintanto che io abbia risolto questa faccenda. Dopo, potrai portarti via tuo fratello. " " Signore mio, " rispose la donna; " solo Allàh Onnipotente è il mio protettore; io sono straniera in questa casa e non posso entrare nelle tue stanze. " " Parliamoci chiaro, " replicò il capo della polizia, " se vuoi che tuo fratello venga liberato, non v'è altro mezzo se non questo: che tu entri nelle mie stanze lasciando che io prenda di te tutto il mio piacere. " Quando udì queste parole, la donna sospirò e rispose: " Se così deve essere né v'è altro modo di fare uscire mio fratello dal carcere, sarà meglio che tu venga a casa mia, dove potrai riposare tutto il giorno senza che alcuno ci disturbi, e il mio onore sarà salvo. " " E dov'è casa tua? " " Nel tal posto, " rispose la donna, e gli fissò un appuntamento. Poi se ne andò lasciandolo pieno di desiderio e impaziente di soddisfarlo.
Visto come si erano messe le cose, la donna pensò di andare dal giudice della città, al quale disse: " 0 mio signore, sei tu il cadì di questa città? " " Sì! " rispose il cadì. " Ebbene, mio signore, degnati di considerare con clemenza il mio caso e l'altissimo non mancherà di ricompensarti! " Allora il cadì disse: " Quale torto ti è stato fatto? " E la donna rispose: " Signore mio, io ho un fratello e non ho altri a questo mondo che mi sostenga e mi protegga; ed è appunto per causa sua che sono venuta da te; infatti, il capo della polizia lo ha messo in prigione come un delinquente perché certi uomini hanno fatto contro di lui falsa testimonianza. Ora io ti supplico d'intercedere per lui presso il capo della polizia. "
Udendo queste parole, il cadì si avvicinò alla donna, la guardò e fu preso da violenta passione per lei, così che le disse: " Entra in casa e riposati un momento in compagnia delle mie schiave mentre io mando al capo della polizia l'ordine di liberare tuo fratello. E se ci sarà un'ammenda da pagare, la pagherò io di tasca mia, a patto che tu lasci ch'io sfoghi con te il mio desiderio perché il tuo bel modo di parlare mi ha reso innamorato di te."
Allora la donna disse: " Se tu, signore mio, fai queste cose, allora non possiamo più biasimare nessuno. " E il cadì replicò: " Se non entri in casa, puoi pure andartene per i fatti tuoi. " La donna sospirò, come se fosse rassegnata, e disse: " Se, così deve essere, signore, sarà meglio che questa cosa avvenga in casa mia, perché qui ci sono schiave, eunuchi e gente che va e gente che viene, ... continua ...

 
 
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