Storia di Ala ed-Din figlio di Shams ed-Din
(17/18)

Home | Arte e Cultura | Immigrazione | Islam | Notizie | Cucina | Aziende | Giustizia | Suggerimenti | Note Legali | E - Mail


 
 

pilastri... Quando arrivarono in vista della costa, il capitano ordinò che la nave attraccasse vicino ad un castello. Ed ecco che venne avanti una fanciulla, la quale disse al capitano: " Mi hai portato la pietra e il suo padrone? " " Li ho tutti e due con me, " rispose il capitano. " Dammi la pietra, " disse la fanciulla, e il capitano gliela diede. Poi si diresse verso il porto della città e fece sparare delle cannonate a salve per avvertire il re del suo arrivo. Ed ecco che il re scese al porto e festeggiò il capitano e gli chiese: " Come è, andato il viaggio? " " Ottimamente, " rispose il capitano, " ho anche catturato una nave con quaranta mercanti musulmani. " " Che siano condotti incatenati in città, " ordinò il re. E così i musulmani, fra i quali c'era anche Alà ed-Dín, vennero condotti in catene fino al palazzo del re e fino alla sala delle udienze. Quivi giunti, uno per uno, furono trascinati al cospetto del re, il quale a ciascuno chiedeva: " Di dove sei? " " Sono di Alessandria. " " Carnefice, tagliagli la testa! " ordinava il re. E ciò avvenne per tutti i mercanti, fino a che rimase solo Alà ed-Din. Anche lui fu portato davanti al re, il quale gli chiese: " Di dove sei? " " Sono di Alessandria, " rispose Alà ed-Din. Allora il re ordinò al carnefice: " Carnefice, tagliagli la testa! " E già il carnefice teneva alzata la spada, quand'ecco si avanzò una vecchia dall'aspetto venerabile, dinanzi alla quale tutti si alzarono in piedi. Il re le andò incontro con molto rispetto e la vecchia gli disse: " 0 re, non ti avevo forse detto che quando fosse arrivata una nave carica di prigionieri dovevi darmene uno o due per il servizio della chiesa? " " Hai ragione, madre mia, " rispose il re, " purtroppo me ne sono dimenticato. Ora non rimane che questo prigioniero. Prendilo, è tuo! " Allora la vecchia disse ad Alà ed-Din: " 0 infedele, vuoi servire nella chiesa o vuoi morire per mano del carnefice? " " Servirò nella chiesa, " rispose Alà ed-Din. Così la vecchia prese Alà ed-Din e lo condusse in una chiesa che apparteneva ad un convento di monaci dicendogli: " Oramai tu sei servo di questa chiesa e di questo convento. I tuoi doveri consisteranno in questo: ogni giorno ti alzerai all'alba, andrai nel bosco a tagliare la legna, poi tornerai il più presto possibile, laverai il pavimento della chiesa e del convento, sbatterai le stuoie e spazzerai dappertutto. Quindi pulirai il grano, lo macinerai, impasterai la farina e farai delle gallette; fatto ciò prenderai delle lenticchie, le pulirai, le farai cuocere e ne riempirai trecentosettanta ciotole, una per ogni monaco del convento.
Fatto questo ti recherai nelle trecentosettanta celle dove vuoterai e pulirai trecentosettanta vasi da notte. Terminerai questi lavori innaffiando il giardino e riempiendo d'acqua le quattro vasche che vi si trovano. E bada bene che tutto questo lavoro deve essere fatto prima di mezzogiorno, perché nel pomeriggio dovrai metterti sulla porta della chiesa e costringere i passanti a venire ad ascoltare la predica. Quelli che si rifiutano li picchierai con questo bastone che ha in cima una croce di ferro. Questo è il tuo servizio, e dovrai farlo puntualmente ogni giorno per tutti i giorni dell'anno. "
Udito ciò, Alà ed-Din rimase turbato e si disse: " Come farò mai a sbrigare tutte queste faccende? Forse era meglio se mi consegnavo in mano al carnefice! " E oppresso da tristi pensieri entrò nella chiesa e si sedette su un banco per riposarsi. Era lì da un po' di tempo, quand'ecco senti un suono di voci e alzando lo sguardo vide venire avanti una fanciulla bellissima la quale, volgendosi a un'altra che la seguiva, diceva: " Ti prego, suonami qualcosa sul liuto, Zubaida. " Allora Alà ed-Din guardò la seconda fanciulla, e vide che altri non era se non sua moglie, Zubaida, quella che era morta. Intanto, Zubaida diceva : "Non suonerò, signora, finchè tu non avrai mantenuto la promessa di farmi ricongiungere con mio marito. " E l'altra fanciulla rispose: " Se è per questo, Zubaida, suona anche subito, perché marito è qui, in questa chiesa, e presto ti ricongiungerai con lui. " Allora Zubaida suonò come non aveva mai suonato, in modo tale da far ballare le colonne e i pilastri della chiesa e quando ebbe terminato Alà ed-Din le andò incontro, e si gettarono nelle braccia l'uno dell'altra e per l'emozione svennero. Quando furono rinvenuti, Alà ed-Din le disse: " Tu moristi, Zubaida; come mai ti trovo in vita e come sei giunta in questo luogo? " E Zubaida rispose: " Sappi, o mio signore, che io non morii ma fui rapita da un demone, e quella che Voi avete sepolta non ero io ma solo una vana apparenza. Io ero solo tramortita, e fui trasportata qui dal demone che era al servizio di questa signora che tu ,vedi. Essa si chiama Husn Maryam ed è figlia del re di questa città. Quando mi trovai in questo luogo, chiesi alla signora Husn Maryam: < Perché mi hai fatta trasportare qui? > Ed ella mi rispose: < Sappi, o Zubaida, che io sono dotata di poteri magici e ho letto nelle tavole geomantiche che sono promessa sposa a tuo marito, Alà ed-Din; ora io ti ho fatto portare qui, Zubaida, perché desidero sapere se tu mi accetti come compagna nel matrimonio; ci divideremo il marito in buona pace, una notte con te ed una con ... continua ...

 
 
Arab.it
Storia di Ala ed-Din figlio di Shams ed-Din
17/18
Arab.it

Favole dal Mondo Arabo
 
 
Home | Arte e Cultura | Immigrazione | Islam | Notizie | Cucina | Aziende | Giustizia | Suggerimenti | Note Legali | E - Mail

Arab.it Copyright © A R C O SERVICE 1996-2011. All rights reserved. Tutti i diritti riservati.
E-mail: info@arab.it.