Storia di Ala ed-Din figlio di Shams ed-Din
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pilastri... "Chi è quel bel giovane che cavalca dietro il capo dei mercanti? Non l'abbiamo mai visto. Avevamo una buona opinione di Shams ed-Din, e invece vediamo che si è messo a frequentare i giovanetti. Quel vecchio è diventato come il porro: bianco di fuori, verde di dentro". E i mercanti del suk, quando la notizia si sparse, cominciarono a dire: " Non vogliamo più avere per nostro capo questo vecchio vizioso".
Nel suk c'era questa abitudine: che tutte le mattine i negozianti si recavano davanti alla bottega del capo dei mercanti, gli recitavano il primo capitolo del Corano e gli rendevano omaggio. Orbene, quella mattina Shams ed-Din si sedette a bottega e attese che i mercanti venissero a recitargli la fàtiha. Ma nessuno si fece vedere. Allora Shams edDin chiamò il capo dei sensali, quel Muhammad Samsam, e gli chiese: " Come mai nessuno dei mercanti è venuto come al solito? " E Muhammad Samsam rispose: " Io non sono un tipo pettegolo. Sappi però che i mercanti non ti vogliono più per loro capo. >" Come mai? " chiese Shams ed-Din. Ma, invece di rispondere, Muhammad Samsam gli chiese: " Chi è questo giovane che ti siede accanto e che sembra la luna nella quattordicesima notte? E', forse un tuo schiavo o un parente di tua moglie? Noi temiamo che tu ti sia invaghito di lui e che la passione per questo bel giovanetto ti abbia accecato. " " Taci " gridò Shams ed Din " o tu che sei il più abbietto degli uomini! Costui è mio figlio! " " E da quando in qua tu hai un figlio? " chiese Muhammad Samsam. " Oh, mangiatore di hashìsh, " disse Shains ed-Din, " a forza di prendere droghe la tua memoria si è indebolita. Non ricordi che una volta tu mi desti una pasta per rendere più caldo e più consistente il mio seme? Ebbene, mia moglie rimase incinta e mi diede questo figlio che, per timore del malocchio, io ho allevato in un sotterraneo della mia casa. Ma oggi ho deciso di farlo conoscere e di portarlo con me al mercato."
Allora Muhammad Samsam si recò dai mercanti e spiegò loro come stavano le cose, e questi si presentarono davanti alla bottega di Shams ed-Din, recitarono la fàtiha e si congratularono con lui dicendogli: " Che Allah conservi il tronco e i rami, e che i rami possano a loro volta fiorire e dare frutti profumati. Però, o nostro capo, anche il più povero dei mercanti, quando gli nasce un figlio, fa cucinare un dolce di burro e miele, affinchè gli amici si rallegrino con lui e si addolciscano il palato. Tu invece non l'hai ancora fatto. " " giusto, " disse Shams ed-Din, " perciò vi invito tutti, domani, nel mio giardino fuori di città. " L'indomani Shams ed-Din fece addobbare con tappeti il padiglione del giardino, comperò agnelli, condimenti e tutto l'occorrente per la cucina. Poi ordinò che fossero stese due tovaglie distanti l'una dall'altra; quindi chiamò il figlio Alà ed-Din e gli disse: " Figlio mio, quando entrerà un uomo anziano, vagli incontro e fallo sedere accanto a questa tovaglia; i ragazzi imberbi, invece, li condurrai vicino a quell'altra tovaglia laggiù. " " Padre mio, " chiese il figlio, " perché hai fatto disporre due tovaglie, una per gli uomini adulti e l'altra per i ragazzi? " " Figlio mio, " rispose il mercante, " i ragazzi stanno più a loro agio se non mangiano accanto agli uomini maturi."
Così fu fatto- Shams ed-Din faceva gli onori di casa agli uomini adulti e il figlio accoglieva i ragazzi e li intratteneva nel posto riservato loro. Vennero portati i cibi e tutti bevvero e mangiarono a sazietà e cantarono e si divertirono. E finito il banchetto gli uomini si misero a discorrere fra di loro e i ragazzi si misero a giocare. C'era fra gli invitati un mercante di nome Mahmùd al-Bálkhi, che fingeva di essere musulmano ma in realtà era zoroastriano ed era un uomo depravato cui piacevano i ragazzi. Costui scorse Alà ed-Din, lo guardò e cominciò a sospirare e fu preso di passione e di desiderio per lui. Allora si alzò da tavola senza parere e si avvicinò al gruppo dei ragazzi, e poichè Alà ed-Din si era allontanato per soddisfare un bisogno, disse agli altri ragazzi: " Se insinuerete nell'animo di Alà ed-Din il desiderio di viaggiare, regalerò a ciascuno di voi un vestito nuovo."
Ed ecco che Alà ed-Din tornò in mezzo ai suoi commensali ed uno di costoro cominciò.a dire: " Mentre non c'eri, Alà ed-Din, stavamo parlando delle cose meravigliose che si vedono quando si viaggia e dei guadagni che si fanno vendendo le mercanzie a Damasco, a Baghdad e ad Aleppo. Tu, Alà ed-Din, quali paesi hai visitato? " " lo, " rispose Alà ed-Din, " sono stato sempre chiuso in casa e sono uscito per la prima volta ieri. " " Ma allora' " fece un, altro, " tu non conosci il piacere dei viaggi; è vero, i viaggi sono solo per gli uomini e non per i ragazzini! " " Io non ho bisogno di viaggiare, " disse Alà ed-Din. " La pace è meglio di ogni altra cosa. ... continua ...

 
 
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