Storia di Ala ed-Din figlio di Shams ed-Din
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pilastri... Quindi l'emiro Khalid si prese cura del ragazzo come un vero padre, lo affidò a un dotto maestro che gli insegnò la calligrafia e a leggere il Corano. Quando fu più grande, l'emiro Khalid in persona insegnò al ragazzo ad andare a cavallo e a maneggiare le armi, e il giovane diventò a quattordici anni un cavaliere così compiuto che il califfo lo elevò al rango di emiro.
Ora avvenne che un giorno Aslàn si trovasse in compagnia di Ahmed Qamaqim ed entrassero insieme in una taverna a bere. Ahmed Qamaqim si ubriacò e tirò fuori la lampada, che era stata rubata al califfo, e la depose sulla tavola. Il giovane Aslàn, vedendo quella bella lampada, disse: " Capitano, perché non mi regali quella lampada? " E quello rispose: " È impossibile. " " E perché? " " Perché, " rispose Ahmed Qamaqim, " questa lampada ha causato la morte di un uomo, un certo Alà ed-Din, un egiziano che tanti anni fa era venuto in questo paese ed era entrato nelle grazie del califfo, che lo aveva nominato comandante del Palazzo. " " E come mai, " chiese il giovane Aslàn, " questa lampada causò la morte di quell'uomo? " Allora Ahmed Qamaqim, cui il vino aveva sciolto la lingua, raccontò al giovane per filo e per segno tutta la storia della lampada, vantandosi per-fino di essere stato lui ad escogitare l'imbroglio. Quando ebbe udito la storia, Aslàn cominciò a dubitare che quella schiava Yasmìn altri non fosse che sua madre e pensò che forse suo padre poteva essere Alà ed-Din.
Uscì così dalla taverna e si recò dalla madre, alla quale chiese subito: " Chi è mio padre? " " Tuo padre è l'emiro Khalid. " " Io credo, " rispose Aslàn, " che mio padre altri non sia se non Alà ed-Din. " " Figlio mio, chi ti ha detto ciò? " gli chiese Yasmìn. E allora il giovane raccontò alla madre tutto quanto gli aveva detto Ahmed Qamaqìm. Udita che ebbe la storia, Yasmìn trascolorò, alzò le palme verso il cielo e gridò: " Sia lode ad Allah Altissimo, Onnipotente e Misericordioso! Sia lode a Colui che non dimentica! Finalmente il sole della verità ha squarciato le nubi della menzogna! Sappi, figlio mio, che Alà ed-Din fu tuo padre e che l'emiro Khalid è solo tuo padre putativo. Perciò va' dal capitano Ahmed ed-Danif e digli di prendere vendetta sull'uccisore di tuo padre. "
Il giovane si recò subito dal capitano Ahmed ed-Danif e, dopo avergli baciato la mano, gli disse: " Sono venuto a sapere che mio padre fu Alà ed-Din, e per l'affetto che gli portavi ti prego di prendere vendetta per me sul suo uccisore! " " E chi fu il suo uccisore? " chiese il capitano Ahmed. " Il suo uccisore fu Ahmed Qamaqìm! " " E da chi hai avuto questa notizia? " Aslàn raccontò al capitano tutto quanto era avvenuto nell'osteria e Ahmed ed-Danif, dopo aver ascoltato questo racconto sorprendente, esclamò: " Sia benedetto Allah, che lacera i veli e getta luce nelle tenebre! " Poi, dopo avere meditato qualche tempo, disse al giovane quello che doveva fare: " Domani il califfo assisterà a un grande torneo cui prenderanno parte gli emiri e i migliori cavalieri di Baghdad. Chiedi all'emiro Khalid che ti porti con sé e fa' in modo di distinguerti acciocché il califfo ti noti. Egli ti chiamerà a sé e vorrà farti un dono. Tu allora digli: < 0 Emiro dei credenti, io voglio da te un solo dono: che tu vendichi la morte di mio padre!> Allora il califfo ti dirà: < Ma tuo padre è vivo ed è l'emiro Khalid! > E tu rispondigli: Dopo di che, gli racconterai quanto è avvenuto fra te e Ahmed Qamaqim e chiederai che il colpevole sia perquisito. "
L'indomani, infatti, come aveva detto il capitano Ahmed ed-Danif, il califfo uscì dalla città di Baghdad scortato dalle sue guardie. In un grande spiazzo vennero piantati padiglioni e tende; poi alcuni fra i migliori cavalieri cominciarono a giocare con la palla e la mazza.' A un tratto, uno dei giocatori colpì la palla e la scagliò diritta verso la faccia del califfo. Aslàn, accortosi di ciò, fu pronto a deviarla e, colpendola di rimbalzo, la respinse contro colui che l'aveva tirata facendolo stramazzare per terra. Allora il califfo dichiarò chiusa la partita, scese da cavallo e, ritiratosi sotto una tenda con i notabili, fece venire davanti a sé il giovane Aslàn. " Quello che hai fatto, " disse il califfo, " o valoroso giovane, merita qualsiasi ricompensa. Dimmi che cosa vuoi. " Voglio, " rispose Aslàn, " o Emiro dei credenti, che tu vendichi l'uccisione dì mio padre. " " Ma tuo padre è vivo, " rispose sorpreso il califfo, " ed è qui fra noi. " " E chi è mio padre? " chiese Aslàn. " È il governatore Khalid qui presente. " " 0 Emiro dei credenti, " disse Aslàn, " l'emiro Khalid è il mio padre adottivo, ma il mio vero padre fu Alà ed Din. " " Tuo padre fu un traditore! " rispose il califfo corrucciato. " Allah non voglia che mio padre fosse un traditore! " esclamò Aslàn. " L'uomo che uccise mio ... continua ...

 
 
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